Quattro giorni di sirene.


Ieri finalmente hanno firmato la tregua e quattro giorni di sirene antimissile sono terminate ed è terminato anche il bombardamento di quasi 300 missili e granate sul sud di Israele da Gaza e capite abitando a 40 Km a nord dal confine la cosa mi ha toccato abbastanza: un paio di notti fuori e dentro dai rifugi, chiusi in casa per paura di trovarci allo scoperto durante i lanci e bambini senza scuola per 3 giorni. Tutto questo è stato causato dall’uccisione da parte israeliana di un militante terrorista che aveva in progetto un attentato. Ovviamente oltre a questo l’aviazione israeliana ha colpito vari militanti Jahdisti intenti a lanciare i razzi e negli scontri sono stati purtroppo coinvolti anche dei civili palestinesi. Da parte israeliana, a fronte dell’alto numero di razzi caduti, il bilancio è stato più lieve con qualche decina di feriti lievi, questo grazie alle batterie anti missile e alla preparazione della popolazione nell’affrontare queste crisi.
A parte riportare i fatti e fare i conti delle vittime, vorrei fare un discorso più ampio, che per quanto possa valere, faccia riflettere sulla situazione sia chi è a favore di una o l’altra fazione.
Prima di tutto, vorrei chiarire alcune cose che forse in Italia non sono chiare:
  1. Israele c’è e deve esserci più o meno nei confini odierni. Questa considerazione viene dal fatto che Israele è uno stato di sette milioni e mezzo di persone di cui la più parte è nata in Israele e molte di queste persone provengono da famiglie che sono qua da più di 100 anni e non hanno altri posti dove andare.
  2.  Israele, con tanti difetti, è la più sviluppata democrazia nel Medio Oriente insieme alla Turchia. Uno stato dove convivono varie etnie, almeno tre o quattro religioni, dove alla corte suprema un giudice arabo non canta l’inno nazionale e non viene cacciato, dove si tengono elezioni regolari, dove tutti ricchi, poveri, arabi, neri, caucasici, cattolici, ebrei o arabi hanno pensione e copertura medica. Certo, non è una situazione idillica, ci sono tensioni e disequilibri sociali, immigrazione clandestina, ma certamente non peggio di altre democrazie in giro per il mondo. Dopo tutto Israele è uno stato con solo 60 anni di vita.
  3.  Israele non può perdere una guerra! Se la perdesse sarebbe la fine non solo dello stato, ma di tutta la popolazione ebraica e forse anche della cristiana. Certamente non potrebbero vivere in un eventuale stato arabo, che, come dimostrano i comportamenti del governo egiziano e siriano, causerebbe come minimo l’espulsione degli infedeli se non di peggio.
Precisato questi punti, mi piacerebbe ora valutare la situazione dei palestinesi di Gaza. Prima di tutto vorrei precisare una cosa: purtroppo a Gaza si vive male! Non è stato sempre così, fino ad una ventina di anni orsono l’economia di Gaza era buona. Cosa è cambiato? Prima di tutto c’è stato l’aumento di diffidenza degli israeliani verso gli arabi dovuta alle varie fasi dell’intifada, che per stessa ammissione degli attuali dirigenti palestinesi ha comportato un peggioramento della condizione a Gaza e in Cisgiordania. A Gaza, poi, c’è stato il tentativo israeliano di normalizzazione con il ritiro completo degli insediamenti e questo cosa ha portato? Tutte le infrastrutture lasciate dagli Israeliani sono state distrutte (case, fabbriche, aziende agricole), lancio ininterrotto di razzi su Israele, avvento al potere di Hamas ed una guerra che ha ridotto il numero di razzi (solo 500 questo anno!) con conseguente assedio per tagliare le forniture di armi ai gruppi combattenti. Alla fine con cosa ci ritroviamo? A Gaza si vive male, soprattutto se non sei di Hamas, gli Israeliani sono solo infastiditi dai razzi, senza una reale paura di perdere la posizione di forza. Tutto questo sta portando ad una frustrazione dei palestinesi della Striscia che per loro ammissione sanno di poter vincere e una volontà da parte Israeliana di chiudere la faccenda con un atto di forza estremo e meno male che, per ora, solo una piccola parte della popolazione lo richiede.
Ora quali sono le mie speranze per il futuro? Molto utopistiche ma forse le uniche valide: fermo restando che Israele non può essere piegato dai soli palestinesi, che gli altri paesi arabi al momento hanno altre beghe a cui pensare e che se l’Iran attaccasse darebbe la giustificazione di un bombardamento americano sul suo territorio, ci vorrebbe un cambio di mentalità da parte dei due contendenti. In particolare i palestinesi di Gaza, così come stanno facendo, in parte, quelli della Cisgiordania: devono accettare esistenza d’Israele e prendere atto che Israele è una realtà con cui confrontarsi culturalmente ed economicamente, seppellendo l’ascia di guerra e cercando una collaborazione economica che porti allo sviluppo turistico industriale della regione.
È utopia! Sì lo so, ma il mio sogno è che tutti quelli che urlano contro Israele la smettano e inizino a suggerire ai loro amici di Gaza che devono essere loro a dimostrare di volere la pace e che gli Israeliani non sono dei mostri assassini, ma una popolazione che non può perdere una guerra.

Commenti

  1. Bravo Davide. Abbiamo bisogno di uno sguardo diverso da lì.
    David Piazza

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  2. Non mi sembra diverso come sguardo.
    Israele non può perdere, gli altri si, israele deve esistere gli altri no, israele è democratica e ha deciso di fare decine di migliaia di morti, gli altri ne uccidono meno ma la colpa è loro, e si dimentica sempre come è iniziato tutto (non parlo di Mosè).
    Israele tira su un muro e intanto invade pure quello che ci sta fuori, ma dio è con loro.
    Si sentiseero per una volta anche loro come tutti gli altri forse il mondo sarebbe migliore.

    Mi infastidisce particolarmente questo ricatto:
    "Israele non può perdere una guerra! Se la perdesse sarebbe la fine non solo dello stato, ma di tutta la popolazione ebraica e forse anche della cristiana"

    Forse la frase sta a significare che è colpa di Dio, e allora siamo d'accordo, ma ci rifletto di nuovo, e allora mi incazzo.

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  3. caro anonimo,
    primo, ti firmassi sarebbe anche carino.
    poi:
    tutto è iniziato con l'arrivo di miglia di profughi espulsi da Russia ed Europa Orientale.
    I morti ci sono stati tanti anche nel campo Israeliano.
    Gli arabi hanno rinunciato alla loro parte di terra nel 48.
    gli arabi che vivono in Israele hanno tutti i diritti, gli ebrei nei paesi arabi non possono quasi vivere e i cristiani stanno scappando.
    non ho fatto nessun ricatto, ma ho fatto presente che se Israele perdesse la guerra non ci sarebbe nessun posto per i 4-5 milioni di ebrei costretti a non subire quello che i siriani stanno subendo.
    tu, caro anonimo che vuoi? la distruzione di Israele?
    invece di criticare una possibile idea di pace fornisci la tua e discutiamo.

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    Risposte
    1. Per ora abbiamo la tua di idea di pace, ben rappresentata qui:
      http://www.nilin-village.org/2012/03/16/when-teargas-and-rubber-bullets-arent-enough-israeli-soldiers-release-the-hounds-on-unarmed-palestinian-protesters/
      Prova a indovinare se il posto è israele o palestina.

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    2. 1-visto che i soldati della foto non hanno mostrine di riconoscimento non si può dire dove sia, le divise certamente non sembrano israeliane, forse sbaglio.
      2-non dico che Israele faccia tutto bene, ma da i pro palestinesi non ho mai sentito una critica sulla loro politica
      3-è l'ultima volta che rispondo ha un commento animino.

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    3. ammetto che è stato in Israele, ma i danni sono stati marginali
      http://www.haaretz.com/print-edition/news/idf-using-dogs-to-police-anti-fence-protests-in-west-bank-1.419436
      a Tolosa per due bambini meno!

      Elimina
  4. - "Ps. Fino a questa mattina pensavo che una persona minimamente intelligente non confrontasse i morti di Tolosa con quelli palestinesi. Mi sbagliavo "
    [...]
    - "i danni sono stati marginali [...]
    a Tolosa per due bambini meno!"

    Parole tue...poi, si sa, si predica in un modo e si razzola in un altro. Tu sei il primo a vederti diverso, anzi, a volere che la gente ti consideri diverso. Mi spiace ma il popolo eletto non esiste e tu sei uguale a me.

    Quando smetterai di vedere il mondo diviso in ebrei e gli altri, finiranno le barbarie perché non hanno senso, così come dio e le divisioni che ha creato nel mondo.
    Danni marginali...che coraggio

    Scrivo come anonimo perché il mio nome non aggiunge niente alle mie idee, se non vuoi rispondere fa niente, mi basta che tu mi legga e, magari, ci rifletta per un secondo.
    Io non obbligo nessuno
    Ciao

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  5. un nome è importante e il tramite il Suo Nome che il mondo è diventato civiltà, la religione che ci ha portato fuori dalle barbarie. ti lamenti della troppa violenza e non riconosci che senza la religione giudaico-cristiana saremmo ancora ai valori di Sparta ed Atene!
    si noi ebrei siamo differenti, non perché ce l'ha detto Dio, ma perché quelli come voi ce lo ricordano ogni giorno ed ogni momento, con le crociate e con la shoà, con le conversioni coercitive e con gli attentati terroristici.
    I rifletto e soffro, soffro per i palestinesi che non hanno voluto integrarsi ed accettare che un popolo simile a loro abitasse in terra di Canan o di Israele o nella Palestina Romana o nel mandato britannico (decidi tu). Soffro perché i progrom ad Ebron, Bagdad e a Tripoli, l'intifada, i quassam, i sassi tirati dalla moschea sulla gente del muro del pianto non fanno altro che inasprire le posizioni degli Israeliani più moderati (http://www.haaretz.com/blogs/strenger-than-fiction/open-letter-to-hamas-you-are-responsible-for-your-people-s-fate-1.418655).
    é nel corano che c'è scritto che gli ebrei devano essere distrutti come la feccia della terra, non nella Thorà.
    ps per i danni marginali intendevo che non hanno sparato, la prossima volta invece dei cani useranno un topolino e vediamo che succede.

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    1. pps. soffro anche per quello che Israele è costretto a fare ai palestinesi per poter avere una vita normale

      e con questo chiudo perché tanto non ci capiremo mai

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  6. il solito fanatico sionista

    andrea

    RispondiElimina
  7. Datemi uno stato dove si possa vivere ebraicamente diverso da Israele e ne sarò fanatico

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